MasterChef 10: Ne parliamo con Rubina Rovini protagonista di due edizioni

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Seconda classificata in finale nell’edizione All Stars dietro a Michele Cannistraro,  Rubina ha nettamente migliorato il suo piazzamento rispetto a Masterchef 5, sicuramente compromesso da un errore di percorso

Il menu degustazione che ha portato in finale della edizione speciale si chiamava L’orizzonte dentro casa. Una volta di piu’  ha impressionato tutti nella Masterclass, compreso i giudici. Tra i quali ha esordito come giudice chef Giorgio Locatelli,  che poi avrebbe sostituto di Antonia Klugmann  in pianta stabile a partire da  Masterchef 8.

“Di Rubina ho un bellissimo ricordo, una donna determinata, – ci dice Luca Scotto d’Antuono fondatore del gruppo Masterchef Italia con oltre 52mila follower – combattiva che ha fatto dell’esperienza a Masterchef un punto di partenza per una sorta di nuova vita.”

“Dopo un settimo posto che le va decisamente stretto (a noi telespettatori è andato stretto lo garantisco), Rubina ha avuto un suo riscatto ed un “curriculum” di tutto rispetto: dapprima catapultata a Villa Crespi per un’esperienza che ha ancor di più formato le sue conoscenze ed il suo carattere, poi una strepitosa ascesa fino alla finale di Masterchef All Stars, un libro Si salvi chi cucina che è piaciuto tantissimo ed è nella TopTen fra i profili Instagram di tutti i concorrenti dalla prima edizione. Che dire, credo un esempio per molti, dove bravura e tenacia ci dimostrano che nulla è impossibile.”

Ripercorriamo il percorso di Rubina Rovini
Rubina nasce in Toscana nel 1981.
Ha una grande tradizione gastronomica alle spalle: madre pugliese e padre toscano le trasmettono, sin da piccola, l’arte della tavola come momento di convivialità.
Ex ballerina classica professionista, impara a conoscere e trattare il cibo e le sue proprietà, coltivando una sana educazione alimentare che la porterà naturalmente a ricercare nei suoi piatti l’equilibrio, il gusto e la bellezza.

Nonostante il percorso di studi la porti verso il settore finanziario, Rubina decide in età adulta di abbandonare la certezza del lavoro in ufficio per inseguire il suo sogno: comunicare attraverso il cibo.

Approfondisce con impegno e dedizione il suo percorso in cucina, alle qualifiche di base per accedere alle cucina, fino all’accademia di Alta Cucina Cordon Bleu, oltre all’ingresso nella MasterClass della quinta edizione di MasteChef Italia e finalista nell’unica edizione italiana di MasterChef All Stars.
Oggi ha un programma tutto suo su Alice TV, “La Versione di Rubi” ed è stata Chef a “La Prova del Cuoco”, condotto da Elisa Isoardi du Rai Uno.

Con determinazione e orgoglio entra a far parte della brigata di Villa Crespi, a fianco di Chef Antonino Cannavacciuolo, e collabora al progetto Coach Kitchen insieme alla Stella Michelin Filippo Saporito.

Collabora con molti altri Chef stellati, per sua formazione personale o per eventi a quattro mani.

A Maggio 2017 esce il suo primo libro, Si salvi chi cucina!, casa editrice Centauria.
E’ docente di cucina amatoriale e professionale in istituti privati e si occupa di progetti benefici, dirigendo la brigata di cucina all’interno del penitenziario di Volterra, durante le “Cene Galeotte”.

Project manager e consulente per la ristorazione, collabora strategicamente alla costruzione di format retail per Italia ed estero, e singole attività nel mondo food. Chef responsabile di Belvedere Spa, per la ristrutturazione dell’intera offerta ristorativa del comune di Peccioli (PI), per il 2020.

Genuina e determinata, lavoratrice instancabile, eclettica ed innovativa, è promotrice della sua idea di cucina legata alla tradizione evoluta. Chef e donna di carattere, è anche mamma affettuosa e presente nella vita di Vittorio e della piccola Nina, arrivata ad agosto di quest’anno.

Ora spazio alla nostra intervista

Rubina, in cucina, più tradizione o più innovazione?
Tradizione: tutti veniamo dal forte legame con la tavola del ricordo, attraverso la quale riusciamo a comunicare una parte di noi, del nostro passato e della nostra crescita. L’innovazione è l’evoluzione della tradizione, è naturale che ci sia ma non potrà mai escludere la tradizione dai nostri piatti.

Un aggettivo o un’immagine con cui ama definire la sua cucina?
Un abbraccio. La mia cucina, pur avendo parti di “gioco” legate ad esperienze, viaggi ed evoluzioni, è fortemente legata al ricordo. E’ fondamentale che i miei piatti comunichino una parte degli odori, dei sapori e delle immagini con cui sono cresciuta, abbracciando chi li assaggia.

Un buon piatto dovrebbe …
Essere pieno di amore. Oggi non basta saper cucinare tecnicamente bene, un piatto che non ha all’interno amore, ricordi e una parte di noi non ha anima.

Gli ingredienti essenziali che non dovrebbero mancare nella cucina di un grande chef?
Molto soggettivo, in base alle origini e alla cucina alla quale è legato ognuno di noi: nella mia sicuramente verdure, riso e pesce.

Il suo primo piatto importante? Quale l’ingrediente protagonista?
Una pasta ripiena di pappa al pomodoro, con olive in calce e stracciatella. Fu il primo piatto che feci assaggiare alle selezioni di MasterChef.

Masterchef 10, cosa ti aspetti da questa edizione?
Quest’anno anche loro avranno avuto molte limitazioni a causa del COVID, immagino sarà stata più stressante del normale.
A proposito di concorrenti non so cosa aspettarmi, è sempre molto variegata la selezione.

Il tuo giudice preferito?
Sicuramente Cannavacciolo: è quello al quale sono più legata fra loro, ma anche Locatelli e Antonia Klugmann mi erano piaciuti moltissimo a All Stars.

Il miglior ricordo della tua esperienza a Masterchef?
La vittoria dell’esterna da Niederkoffler con la tarte tatin di Andrea Tortora.

E il peggiore?
Come dimenticare il pressure test di Valencia.

Un grande chef deve essere creativo o perfezionista? Cosa serve per diventare un imprenditore del cibo?
Un grande Chef non deve essere necessariamente creativo. La cucina è bella anche per la parte creativa, ma se alla base non c’è tantissima dedizione, disciplina e amore per ciò che si fa, non saremo mai grandi Chef. Meglio un piatto della tradizione fatto con le migliori materie prime, rispettate fino ad arrivare nel piatto, che un mix di ingredienti per la ricerca ossessiva dell’effetto wow.

Per essere imprenditori in questo settore non basta saper cucinare: sono necessarie conoscenze in fatto di biologia e produzioni agroalimentari, finanza, statistica, management e molto altro. Oggi essere imprenditori nel mondo food richiede molte conoscenze, studio e un background culturale molto solido.

Se il suo cibo fosse una canzone o una musica, quale sarebbe?
Lo abbino spesso alla musica classica, non per motivi particolari ma perché sono molto legata ad essa. Vengo dalla danza classica professionale, per cui sono cresciuta con questi generi.

Progetti futuri: dopo questo periodo, di pausa forzata, quali progetti (covid permettendo)?
Qeust’anno ci ha messi a dura prova, anche se sono riuscita ad essere a capo di un progetto di ristrutturazione dell’offerta ristorativa toscana, per il 2020. Sto lavorando da due anni con una società specializzata nella costruzione di format retail nell’alta ristorazione, in Italia e all’estero, per me quest’anno si è rallentato ma per fortuna mai fermato del tutto.

Nel futuro ci saranno molti nuovi progetti, dei quali non posso ancora parlarvi!

Bene, ovviamente siamo curiosi: aspettiamo anche una tua ricetta. a presto Rubina.

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