Lo Spagnolo per Pellegrini: In rete le lezioni gratuite per vivere al meglio il Cammino

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Una esperienza unica il Cammino di Santiago, tanti pellegrini lo hanno percorso e tantissimi aspettano la fine dell’emergenza sanitaria Covid 19 per mettersi in marcia. Tante cose da curare: tappe, abbigliamento, bagaglio ma fondamentale la lingua. La professoressa Marcella Biserni vi “accompagna” con un corso online

Un corso online di spagnolo, GRATUITO, pensato da una pellegrina per i pellegrini! Un corso per vivere al meglio il Cammino di Santiago, con la giusta preparazione linguistica.

Un’intervista con la professoressa Biserni, per avere informazioni, link e gruppi social dove imparare lo spagnolo per pellegrini.

Marcella Biserni via di Francesco

Bene, scopriamo chi è Marcella Biserni
Insegno spagnolo da 16 anni, da cinque presso il Liceo Girolamo Fracastoro di Verona. In realtà 13, perché per tre anni ho interrotto l’insegnamento a scuola per seguire il mio secondo dottorato in co-tutela con la Francia e contemporaneamente insegnare all’Università: didattica della lingua francese e didattica della cultura spagnola.

Sono una specialista del Surrealismo francese e belga, con vari articoli pubblicati e un libro su Magritte e il cinema. Ma sono anche una pellegrina, o almeno aspirante tale. Una passione da folgorazione abbastanza recente; nel 2018 ho fatto un pezzo del cammino di Santiago da Burgos a Astorga, appena tornata sono partita per la Via di Francesco del Sud da Roma a Greccio. Poi la Via degli Dei a Pasqua dell’anno dopo e un pezzo di Francigena da Radicofani a Viterbo nell’estate del 2019, al quale ho aggiunto da Altopascio a Siena l’estate scorsa. Infine, le prime tre tappe della Via di Francesco da La Verna a Sansepolcro, che si trova vicino ai miei luoghi di origine. Infatti, vivo a Verona da 16 anni ma sono aretina, di Anghiari. 

Marcella, come è nata la sua passione per i cammini?
La mia passione covava da tempo. Nel luglio del 2015 mi trovavo a Santiago per lavoro e ogni mattina per una settimana mi recavo nella piazza della Cattedrale con il computer; ogni tanto alzavo la testa per godere dell’arrivo dei pellegrini: un’emozione unica. Poi ho continuato a non ascoltare la voce che mi spingeva a provare le loro stesse emozioni, fino al 2018.

A Pamplona grazie alla spinta di alcuni colleghi spagnolo e di nuovo l’incontro con i pellegrini, mi ha spronata. Non potevo più rimandare. La magia del cammino di Santiago non è più andata via ed è diventata una filosofia di vita, da coltivare sempre più ad ogni nuova via.

“A (S)passo leggero, camminare meditando”: è lo spirito che dovrebbe unire i pellegrini che percorrono i percorsi culturali religiosi?
Sì. Quando sono tornata dal Cammino, dopo aver fatto altri chilometri da Roma a Greccio, sono andata a Capalbio per una settimana a fare meditazione e yoga per la prima volta. Sono rimasta affascinata e sorpresa dalle connessioni tra quelle pratiche e il cammino. La ricerca della consapevolezza del presente attraverso l’ascolto del proprio respiro, in primis. Poi, l’incontro con gli altri mai aggressivo e senza mai la pretesa di un’aspettativa e molto altro ancora. Camminare lentamente, ma soprattutto con il proprio respiro/passo, è fare un cammino, ascoltando se stessi e gli altri, la bellezza della propria solitudine e della Natura. È una metafora della vita: si parte al mattino e si affrontano gli incontri, si accoglie ciò che arriva: una vescica, una talloniate, il sole o la pioggia. Bastano poche cose a rendere bella una giornata. Soprattutto la birra (integratore) alla fine di una tappa o delle lenzuola nel letto. Si abbraccia la giornata senza aspettarsi nulla, senza pensieri in più e sapendo che la tua pena o gioia è condivisa. 

Nel progetto “Lo Spagnolo per Pellegrini” ha unito la sua professionalità e la passione per i cammini: come e perché seguirlo ?
Insegnare oltre che il mio lavoro è anche una passione. La mia prima lingua è il francese, ma per lo spagnolo ho sempre avuto un debole e un’attrazione. Già in aprile durante il primo lockdown un gruppo Facebook mi chiese di fare lezioni gratuite di spagnolo. Accettai con piacere, perché potevo contraccambiare ciò che altri in quel periodo mi avevano dato regalandomelo. Persone che non conoscevo e che però mi hanno fatto sentire in una comunità. Ecco ora continuo a fare lo stesso.

Le lezioni hanno avuto successo e quindi ho deciso di continuarle, sia per chi vuole semplicemente avere una base di spagnolo, sia per chi andrà in Spagna a fare uno dei cammini di Santiago. Conoscere una lingua e la sua cultura, anche se non perfettamente, aiuta a sentirsi più sicuri e soprattutto a interagire con chi si incontra. Quando ero sul cammino in Castilla facevo da interprete dei pellegrini americani o irlandesi in particolare, che avevo trovato lungo la strada.

Seguendo le lezioni (e studiando anche un po’), tutti/e potranno sbrigarsela bene, senza bisogno di gesticolare o di qualcun altro. Dopo le prime lezioni si possono ascoltare delle interviste, o meglio chiacchierare con dei pellegrini e delle pellegrine madrelingua, direttamente dalla Spagna e a volte dal cammino stesso. In questo modo, si ha la possibilità di ampliare le conoscenze anche culturali facendo conversazione e di imparare la lingua attraverso la cultura.

Presto ci saranno pillole e consigli sul lessico, sulla preparazione al cammino e le lezioni verranno divise in unità tematiche con cadenza più o meno mensile. Sono visibili in video registrato, dopo che è andata in onda la diretta.

Marcella, le nostre città e i nostri borghi hanno “perso” il turismo tradizionale (lunghi soggiorni, stranieri, ….) non sappiamo per quanto. Una possibilità è il turismo di prossimità. Il turismo religioso e culturale può essere una opportunità? Cosa bisogna offrire ai pellegrini del nostro tempo?
Il turismo così detto di prossimità vive oggi una grande opportunità per far riscoprire Borghi e paesaggi. Sarebbe un’ottima occasione anche per dare lavoro ai giovani e far rivivere piccoli paesi in abbandono. I pellegrini hanno bisogno di accoglienza, umanità e comprensione del loro percorso. È necessario acculturare le persone dei paesi attraversati da un cammino, perché quella comunanza si sente passando a piedi e costruisce la magia, che passo dopo passo i pellegrini nei secoli hanno seminato nel cammino verso Santiago. Il volontariato e l’accoglienza familiare o in un ostello sono ideali, perché si sposano con lo spirito pellegrino, che non è sacrificio ma valorizzazione delle cose semplici, lontane dalle distrazioni eccessive. Sono viaggi spesso lunghi che quindi non possono comportare costi da vacanza tout court. I cammini non dovrebbero diventare pacchetti turistici o oggetto di marketing. Questo potrebbe attrarre temporaneamente, ma alla lunga allontanare i veri camminatori; quelli dallo spirito leggero. Di certo, le accoglienze, i menù per i pellegrini e la possibilità di scegliere se dormire in una camera singola, doppia o in camerata, sono ingredienti fondamentali. È un tipo di mentalità forse ancora lontano da noi in Italia, ma che io spero si sviluppi. Infine, è un turismo con un’utenza vasta e variata; per età, provenienza ed estrazione sociale o religiosa. Differenze che in cammino si annullano. Dunque, la pluralità e la tolleranza dovrebbero essere alla base dei luoghi di passaggio.

pagina Facebook Lo Spagnolo per Pellegrini 

gruppo Facebook A (s)passo leggero, camminare meditando

 

 

 

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